Sei un giovane medico che vuole intraprendere l’attività da privato? Sei un professionista avviato che vuole mettersi in proprio?

In questi casi, e in tutti gli altri in cui sei un medico e hai la necessità di aprire una partita IVA per svolgere la tua professione, quest’articolo potrà aiutarti a destreggiarti nella complessità della burocrazia italiana.

Il primo passaggio, dopo l’iscrizione all’albo professionale, è quello di aprire la partita iva e iscriversi all’ENPAM (Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri).

Infatti, finché si frequenta la scuola di specializzazione, i medici prestano la loro opera presso gli ospedali e percepiscono una borsa di studio, assimilata a lavoro dipendente ma esente da Irpef.

Successivamente l’attività medica può essere esercitata:

  • Nelle forme del lavoro dipendente o a questo assimilato: direttamente nei confronti del paziente nell’ambito di strutture sanitarie pubbliche o private; oppure oltre il normale orario di lavoro (come attività intramoenia);
  • Nelle forme del lavoro autonomo:
    • Direttamente nei confronti del paziente nell’ambito di uno studio privato proprio o a favore strutture sanitarie private di terzi;
    • Come attività extramuraria (o extramoenia), quando i medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale (S.S.N.) utilizzano strutture o studi privati per svolgere la libera professione;

Il medico si trova quindi a dover scegliere la modalità con cui svolgere la propria professione, e di conseguenza il regime fiscale più adatto.

L’Enpam gestisce:

Il Fondo generale: il contributo è dovuto dal mese successivo all’iscrizione all’Albo sino al raggiungimento dell’età vigente per l’accesso alla pensione.

  • Quota A è il contributo minimo fisso al Fondo Generale e varia in base all’età anagrafica del medico;
    • L’avviso di pagamento, trasmesso direttamente dalla Fondazione ENPAM a mezzo MAV, potrà essere corrisposto in unica soluzione entro il 30 aprile oppure in quattro rate bimestrali a partire sempre dal 30 aprile.
  • Quota B: è dovuto da chi svolge l’attività come libero professionista e l’aliquota 2018 per l’anno 2018 è pari al 17,50% ed è calcolata sul reddito libero professionale (al netto delle spese sostenute per produrlo) fino a 101.427,00 euro; sugli importi residui, oltre questo tetto, si versa l’1%,
  • L’importo del contributo è calcolato dall’ENPAM sulla base dei dati indicati nel Modello D che deve essere inviato alla Fondazione, anche per via telematica, entro il 31 luglio di ogni anno. Il contributo deve essere versato tramite bollettino MAV precompilato inviato dall’Ente, in un’unica soluzione entro il 31 ottobre, oppure in due o cinque rate.

I Fondi speciali sono stati istituiti a favore di chi esercita attività in rapporto di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale e si suddividono in:

  • Fondo Speciale Enpam Ambulatoriali pe i medici di medicina generale (MMG) che operano nelle strutture ambulatoriali/cliniche in convenzione con il S.S.N.;
  • Fondo Speciale Enpam Mutualisti per i medici di medicina generale, di pediatria e di guardia medica che operano in studi in regime di convenzione col S.S.N.;
  • Fondo Speciale Enpam Specialisti Esterni per i medici specialisti che esercitano in strutture convenzionate al S.S.N. esterne;
  • Per ogni tipologia di fondo viene calcolata una quota del contributo a carico del medico, e trattenuta sui compensi corrisposti per l’attività convenzionata, con un’aliquota differente a seconda delle specificità e delle modalità della prestazione medica. L’iscrizione al fondo si perfeziona semplicemente attraverso il versamento del contributo e di conseguenza la costituzione della posizione assicurativa del singolo medico.

Oltre ai contributi ordinari, tutti gli iscritti sono tenuti a versare il contributo di maternità, adozione e aborto.

Nel prossimo post analizzeremo i vari regimi fiscali a disposizione del medico!!